Villa del Rabbino
Difficile scoprire la storia di questa villa detta del Rabbino. Questa residenza un tempo probabilmente apparteneva ad un rabbino di origini ebraiche, un uomo di grande cultura e spirito, che aveva trasformato la casa in un santuario di sapere e arte. La villa, ormai avvolta dal silenzio e immersa in un triste abbandono, conserva ancora il fascino dei suoi giorni gloriosi: ogni stanza è un piccolo capolavoro. Questa villa abbandonata non è solo un edificio decadente, ma un luogo dove la storia, la cultura e l’arte si intrecciano in un racconto che attende di essere riscoperto, un segreto custodito, un lascito importante che provoca emozioni e che mi ha fatto sentire al cospetto di un’eleganza e di un’estetica di livello superiore.
Castello di San Giorgio
Il Cascinale di San Giorgio era un insediamento medievale verosimilmente anteriore al Mille, già individuato dalle due vicine necropoli longobarde rinvenute sui pendii che digradano verso la pianura fondato quasi certamente nella seconda metà dell'VIII secolo. Nel periodo della sua piena attività, vi vivevano nomerose famiglie contadine che coltivavano i campi della zona. Il cascinale era un centro pulsante di attività contadina, composto da stalle, fabbricati residenziali, depositi e capannoni per attività produttive. Oggi purtroppo rimangono fabbricati isolati e parzialmente in stato di abbandono.
Villa del Dottore
Una villa su due piani, dimora di un facoltoso medico, ora dimenticata nello scorrere del tempo...
Nei depositi del vecchio stabilimento
Nel vecchio calzificio
La storia inizia nel 1919 con la creazione di una fabbrica di calze. Questa nuova fabbrica tessile diventa in breve tempo un'azienda di rilevanza nazionale e internazionale, con manodopera proveniente da tutte le regioni del centro e sud Italia. Nel dopoguerra, l'azienda si specializzò nella filatura e torcitura del cotone. In seguito, la società ampliò la gamma di produzione, dai filati standard ai filati di cotone fantasia. Fantasia perché utilizzava miscele con lana, seta, lino e altre fibre. Alla fine divenne un successo internazionale affermandosi come un'azienda dinamica. Nel 1992 la fabbrica si trasferì in una nuova sede dall'altra parte della città e quest avenne abbandonata.
Villa del Dottore
Nel vecchio mangimificio
Villa Camilla
Villa Camilla è una delle più belle dimore della zona. Fu costruita, su progetto dell’architetto Virginio Muzio, come regalo di nozze che l’imprenditore fece alla sua sposa Camilla. Fu costruita nel 1895 in stile neorinascimentale, riconoscibile immediatamente dal trattamento bugnato dell’esterno. In tutta la Villa si nota l’utilizzo massiccio del cemento. Il cemento è utilizzato sia nella nelle fondamenta che nella rifiniture come le colonne, i capitelli, i bassorilievi e addirittura nelle piastrelle.
Villa delle Coppe
Villa Valbissera
Edificato su un poggio, il complesso ha l’aspetto di un convento in rovina, ma in realtà è una Villa ottocentesca, Villa Valbissera. Appartenuta a Giovanbattista Sommariva è circondata da preziosi e rigogliosi vigneti. E fu per questo che la Villa fu acquistata da Enrico Morini, magnate del vino, che voleva farne un resort dove si producesse e degustasse anche vino. Le cose però si misero male per la sua casa vinicola e d ha segnato il declino della Villa. I lavori si sono bloccati e Valbissera giace così da oltre vent’anni ridotta ad un autentico fantasma. Stessa sorte per la bella chiesa del podere dedicata a Sant’Eurosia, che nonostante i saccheggi e l’incuria mantiene ancora parte del suo antico fascino. Eurosia secondo la tradizione popolare era figlia di una nobile famiglia della provincia di Bayonne; si rifiutò di sposare un condottiero musulmano fuggendo in montagna e fu barbaramente uccisa dai suoi inseguitori. È probabile che il culto di Eurosia sia stato portato dai soldati spagnoli e dalla congregazione dei somaschi, che ha il suo centro nella diocesi di Bergamo. È possibile che nella vicenda si fondano preesistenti elementi pagani con leggende Eurosia era la santa che i soldati invocavano in battaglia diffondendone la fama. Era conosciuta come protettrice dei raccolti e invocata contro le tempeste. E forse è pensando a questo che la chiesa le fu intitolata, ma la Santa che ha il potere di arrestare le tempeste e difendere i raccolti nulla ha potuto contro la burocrazia e la negligenza umana.
Natale in Villa del Medaglione
25 Novembre 2024
Shooting realizzato in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La location è la bellissima "Villa del Direttore", edificata nel lontano 1850.
Villa delle Vetrate
Il vecchio cotonificio
L’Ex Cotonificio è chiuso da quasi 30 anni. Fu aperto all’inizio del secolo scorso e chiuse nel 1990.
Il vecchio mulino
Mulino risalente all'inizio del 1900 per la macina del grano, abbandonato da anni disposto su due piani. Ancora intatti, per quanto arrugginiti, tutti i macchinari meccanici.
Villa Redentore
La Villa fu costruita nel 1849 da F. Ghisalberti, gran ciambellano di Sua Maestà Francesco I, su progetto dell’architetto Afrodisio Truzzi. Il disegno originario della villa presentava una facciata caratterizzata da una sequenza di mezze colonne, mentre l’ala nord, prospiciente il parco, mostrava un portico a cinque arcate con al termine la cappella gentilizia. La villa poi passò in proprietà alla famiglia Nocca di Pavia. Nel 1927 divenne uno stabilimento per la lavorazione della seta. L’attività di questo opificio andò avanti sino agli anni ’40, quando l’immobile diventerà proprietà della Mensa Vescovile di Lodi che lo adibirà a luogo di vacanza per i seminaristi, con l’appellativo di Villa Redentore. Dal 1950, la villa divenne stabilmente sede di un centro di vita missionaria per i seminaristi del Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano. In quel periodo l’edificio subì modifiche, che ne stravolsero l’equilibrio architettonico originale. Nell’anno 1978, il Comune decise di acquistare la storica dimora. Qualche anno dopo, l’edificio divenne sede dell’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura.
La vecchia scuola
Cementificio Pesenti
Questa struttura rappresenta una parte importante dell’industria italiana: nasce nel 1883 e per 70 anni è stato il fiore all’occhiello nella produzione del cemento. È un monumento non solo per quello che ha rappresentato, ma anche per come è stato costruito: nella sua edificazione furono utilizzati quasi esclusivamente materiali che venivano prodotti dalla stessa. Il cementificio Pesenti è un documento importante e fondamentale della storia industriale italiana: fu l’unico cementificio a produrre il cemento naturale fino al 1966 (anno di spegnimento dei forni). Nel tempo si cercò di ammodernarlo fin dove fu possibile per tenere il passo con le nuove tecnologie, ma per come era stato pensato e costruito in modo dichiaratamente sperimentale: il cementificio era talmente grande e poco flessibile che l’unica soluzione possibile fu la chiusura definitiva. Nel 1980 il ministero dei Beni Culturali ha riconosciuto il cementificio come bene di interesse culturale e lo ha sottoposto a vincolo.
La Chiesa Blu
Siamo alla fine del 1400 quando tutto ebbe inizio con l’apparizione della madonna vicino ad una quercia ad una pastorella e sul colle venne fondata una piccola chiesa ed un convento francescano, ovviamente il luogo venne poi abbandonato cadendo in rovina, mentre la Quercia e la Statua della Madonna oggetto di culto sono ancora oggi conservate nel nuovo Santuario della Madonna della Quercia costruito nella piazza principale del paese. La storia della costruzione dell’Istituto San Luigi vede la luce nei primi anni del 1900, come si legge da una targa marmorea posta sulla facciata della chiesa, grazie a lasciti e donazioni varie. Il seminario, da quello che possiamo vedere oggi, era sicuramente una struttura enorme inserita in un contesto boschivo che quindi la teneva anche protetta e riservata. Per diversi anni la struttura funzionò come seminario minore dei Padri Gesuiti, successivamente si affiancò alla struttura la scuola media paritaria con convitto sempre sotto la gestione dei Padri Gesuiti. Gli anni che seguirono portarono la struttura a diverse gestioni e cambi d’uso, passando infine alla diocesi di Piacenza che nel 1986 l’affittò alla scuola di Polizia di Stato per poter ospitare il corso di ”Allievi Guardie di Pubblica Sicurezza di Piacenza” Fu la prima scuola ad ospitare le donne che si arruolavano in polizia! La testimonianza di Adamo Gulì, direttore per 15 anni: «Eravamo la punta di diamante» In quattro e quattr'otto Adamo Gulì - ex questore di Piacenza e, prima per 15 anni direttore della scuola, convinse il vescovo Antonio Mazza a dargli il vecchio convento San Luigi. In un mese e mezzo sistemò l’intera struttura, pronta per ospitare il primo corso misto uomini-donne della storia della polizia italiana. Era l'8 settembre del 1986 e anche le ragazze per la prima volta, poterono indossare la divisa blu della polizia di Stato.
Villa Targaryen
In occasione di uno shooting per Halloween
Villa dello Schermidore
Definita dal celebre scrittore Arturo Pérez-Reverte come la disciplina mistica del vero cavaliere e dall’illustre schermidore Edoardo Mangiarotti come uno sport astratto, la scherma è una pratica che affonda le sue radici in un’epopea secolare. A differenza di molte discipline sportive moderne, la scherma non ha una data di nascita precisa, né un fondatore o una regolamentazione univoca. Almeno non agli inizi. Questo sport però ha arricchito il nostro linguaggio con espressioni ormai comuni, come touché, e ci ha insegnato una cosa certa: a scherma non si gioca, né si pratica; si tira. Questa villa viene detta dello Schermidore appunto per la numerosa presenza di fioretti e di rimandi a questo sport
Ex Convento
La leggenda lo vuole fondato da San Francesco, di certo si sa che la sua fondazione è del XIII secolo. Durante i secoli la struttura è andata ingrandendosi sempre più tanto da diventare Collegio dei Nobili gestito dai gesuiti. Struttura imponente con decine di camere e una grande chiesa. Passato ai privati è stato prima luogo di rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale, pollaio ed infine è caduto in abbandono. Pochi anni fa è stato sottoposto ad un restauro, per alcuni molto discutibile, che però non è mai stato ultimato. Oggi l'edificio è abbandonato, inserito in un ambiente paesaggistico notevole da cui si possono ammirare un castello e torri di origine matildica
Villa Grazia
Il "Mostro" Marino nella Cava
Uno degli shooting realizzato in occasione di Halloween.
La cascina dell'agricoltore
Casa del filatore
Un complesso edilizio sito in campagna, con una stalla, depositi ancora con i carretti in legno, ed un'abitazione con sala e cucina al piano terra e camera con laboratorio al primo piano.
Villa Nova anno 1600
Le origini della villa risalgono alla metà del XVI secolo – a dimostrarlo è un disegno di E. Danti del 1578 - e furono i G. a farla costruire. Questa famiglia, che compare nei documenti già a partire dall'anno Mille, è nota per avere sempre ricoperto posizioni di prestigio nelle vicende della città. Furono infatti tra i primi a ricoprire un seggio nel Senato cittadino nel 1466 e lo conservarono quasi ininterrottamente fino alla soppressione napoleonica. Le proprietà erano numerose e la Villa Nova dei G. era una tra le più rinomate. Si tratta di un notevole esempio di insediamento suburbano di origine cinquecentesca, organizzato secondo i criteri compositivi tipici del "giardino-campagna", impostato su due assi ortogonali al cui incrocio si situa la villa padronale, circondata dal parco e dai fabbricati rurali di pertinenza. I quattro semiassi convergenti verso la villa sono tuttora individuabili nel viale alberato con doppio filare di pini che collega verso ovest la villa alla strada comunale, nel percorso rettilineo che si sviluppa verso nord, nel doppio filare di platani e aceri che si articola verso sud e, in continuità, dal filare di gelsi e viti che prosegue fino alla fascia arborea costeggiante il torrente.
La vecchia fabbrica
Grand Hotel Milano
Il Grand Hotel Milano è una delle strutture colpite dal declino delle stazioni termali. Un ennesimo fallimento ed ora la decadente bellezza del Grand Hotel Milano, con il suo bellissimo e colorato soffitto a scacchi bianco e rosso presente nella hall. Ma anche il suo piccolo teatro, una struttura sul retro, quasi nascosta, che offre all’improvviso una perla non immaginabile dall’esterno, con il palco, le pareti affrescate, il soffitto in legno e due panchine che ti guardano come un’installazione di arte moderna non comprensibile.
Villa Grace
Hotel Castello Piattamala
'Ex Hotel Castello Piattamala è un'incantevole struttura turistica situata nel cuore della splendida **. Questo antico castello si erge maestoso sulla collina che domina la città, regalando ai propri ospiti una vista panoramica incredibile sui monti circostanti e sui paesaggi naturali delle valli alpine della regione. L'hotel dispone di numerose camere elegantemente arredate e dotate di ogni comfort moderno, tra cui connessione internet Wi-Fi, minibar, aria condizionata, TV satellitare e bagno privato. Alcune camere offrono anche una vista spettacolare sulle montagne circostanti o sui giardini della struttura. Gli ospiti dell'Ex Hotel Castello Piattamala possono inoltre godere di una vasta gamma di servizi e strutture, tra cui una piscina all'aperto, un centro fitness, un ristorante che propone piatti della cucina regionale e internazionale, una reception aperta 24 ore su 24, un giardino con un'area giochi per i più piccoli ed un parcheggio privato gratuito. Il castello è inoltre situato in una posizione ideale per esplorare la zona circostante, che vanta numerosi sentieri per le passeggiate e le escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo, impianti sciistici, impianti termali, parchi naturali e tanto altro ancora. Grazie alla sua posizione strategica, l'Ex Hotel Castello Piattamala è il punto di partenza perfetto per scoprire tutti i tesori della Valtellina e della sua cultura enogastronomica. Se state cercando un soggiorno indimenticabile nel cuore delle Alpi italiane, non esitate a prenotare il vostro soggiorno presso l'Ex Hotel Castello Piattamala, un'esperienza unica che vi lascerà senza fiato.
Villa Targaryen
Villa Targaryen è molto particolare perché non ha una sola anima: si divide in tre come lo Spirito Santo. La prima parte che viene all’occhio è la zona padronale, enorme, antica, con il garage e la corte contadina. Poi si entra nella casa moderna: una sorta di appartamento, molto meno affascinante, che sembra essere stata l’ultima zona vissuta della proprietà. Infine, ultima ma non ultima, la meravigliosa dependance, probabilmente la casa dei custodi: divisa su due piani e due sole stanze, ma affascinante per la quantità di vita che si respira in mezzo all’abbandono. Ho pubblicato insieme queste tre anime, perché mi sembrava corretto non dividerle, ma credo che scorrendo le foto si riesca a comprendere perfettamente il passaggio da una zona all’altra.
Ospedale di G.
L’ex ospedale di G. è una metà fondamentale del mondo urbex italiano. L’ospedale, nato come Vittorio Emanuele III, venne dedicato al Medico G. Salvini subito dopo la sua scomparsa nel 1946. Fu costruito nel periodo dal 1923 al 1930 su progetto dell’Arch. G. Ferrini, dilatando nelle pinete i padiglioni, dotate di ampie vetrate e terrazze, che convergono sul corpo centrale della chiesa. Questa grande opera si rese necessaria a causa del diffondersi delle malattie polmonari, in particolare della tubercolosi, poiché le condizioni igienico sanitarie erano precarie. Distava 1.500 m dal paese al quale era unito da viale alberato. Disponeva di un’area di ben 750.000 mq occupata in gran parte da bosco. Negli anni dal ’43 al ’45 fu attivo un Gruppo Resistente di medici ed infermieri in appoggio dei Partigiani. Il 4 novembre '44 dopo un rastrellamento numerosi furono gli arrestati dalle SS e dai fascisti. Inviati nei campi di sterminio, solo alcuni di essi ritornarono dopo la Liberazione. All’esterno dell’ingresso principale nel 1995, è stato collocato il monumento “Alla libertà” dello scultore P. Ciaccheri, dedicato ai martiri della Resistenza dell´Ospedale
Cascina "La Beccara"
Villa della Veranda
Tramonto nel consorzio
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