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Cementificio Pesenti
Questa struttura rappresenta una parte importante dell’industria italiana: nasce nel 1883 e per 70 anni è stato il fiore all’occhiello nella produzione del cemento. È un monumento non solo per quello che ha rappresentato, ma anche per come è stato costruito: nella sua edificazione furono utilizzati quasi esclusivamente materiali che venivano prodotti dalla stessa. Il cementificio Pesenti è un documento importante e fondamentale della storia industriale italiana: fu l’unico cementificio a produrre il cemento naturale fino al 1966 (anno di spegnimento dei forni). Nel tempo si cercò di ammodernarlo fin dove fu possibile per tenere il passo con le nuove tecnologie, ma per come era stato pensato e costruito in modo dichiaratamente sperimentale: il cementificio era talmente grande e poco flessibile che l’unica soluzione possibile fu la chiusura definitiva. Nel 1980 il ministero dei Beni Culturali ha riconosciuto il cementificio come bene di interesse culturale e lo ha sottoposto a vincolo.
La vecchia fabbrica
Ex Convento
La leggenda lo vuole fondato da San Francesco, di certo si sa che la sua fondazione è del XIII secolo. Durante i secoli la struttura è andata ingrandendosi sempre più tanto da diventare Collegio dei Nobili gestito dai gesuiti. Struttura imponente con decine di camere e una grande chiesa. Passato ai privati è stato prima luogo di rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale, pollaio ed infine è caduto in abbandono. Pochi anni fa è stato sottoposto ad un restauro, per alcuni molto discutibile, che però non è mai stato ultimato. Oggi l'edificio è abbandonato, inserito in un ambiente paesaggistico notevole da cui si possono ammirare un castello e torri di origine matildica
Castello di San Giorgio
Il Cascinale di San Giorgio era un insediamento medievale verosimilmente anteriore al Mille, già individuato dalle due vicine necropoli longobarde rinvenute sui pendii che digradano verso la pianura fondato quasi certamente nella seconda metà dell'VIII secolo. Nel periodo della sua piena attività, vi vivevano nomerose famiglie contadine che coltivavano i campi della zona. Il cascinale era un centro pulsante di attività contadina, composto da stalle, fabbricati residenziali, depositi e capannoni per attività produttive. Oggi purtroppo rimangono fabbricati isolati e parzialmente in stato di abbandono.
Villa Redentore
La Villa fu costruita nel 1849 da F. Ghisalberti, gran ciambellano di Sua Maestà Francesco I, su progetto dell’architetto Afrodisio Truzzi. Il disegno originario della villa presentava una facciata caratterizzata da una sequenza di mezze colonne, mentre l’ala nord, prospiciente il parco, mostrava un portico a cinque arcate con al termine la cappella gentilizia. La villa poi passò in proprietà alla famiglia Nocca di Pavia. Nel 1927 divenne uno stabilimento per la lavorazione della seta. L’attività di questo opificio andò avanti sino agli anni ’40, quando l’immobile diventerà proprietà della Mensa Vescovile di Lodi che lo adibirà a luogo di vacanza per i seminaristi, con l’appellativo di Villa Redentore. Dal 1950, la villa divenne stabilmente sede di un centro di vita missionaria per i seminaristi del Pontificio Istituto Missioni Estere di Milano. In quel periodo l’edificio subì modifiche, che ne stravolsero l’equilibrio architettonico originale. Nell’anno 1978, il Comune decise di acquistare la storica dimora. Qualche anno dopo, l’edificio divenne sede dell’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura.
Villa Targaryen
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La vecchia scuola
Villa del Rabbino
Difficile scoprire la storia di questa villa detta del Rabbino. Questa residenza un tempo probabilmente apparteneva ad un rabbino di origini ebraiche, un uomo di grande cultura e spirito, che aveva trasformato la casa in un santuario di sapere e arte. La villa, ormai avvolta dal silenzio e immersa in un triste abbandono, conserva ancora il fascino dei suoi giorni gloriosi: ogni stanza è un piccolo capolavoro. Questa villa abbandonata non è solo un edificio decadente, ma un luogo dove la storia, la cultura e l’arte si intrecciano in un racconto che attende di essere riscoperto, un segreto custodito, un lascito importante che provoca emozioni e che mi ha fatto sentire al cospetto di un’eleganza e di un’estetica di livello superiore.
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